La compagnia finlandese leader del mercato della telefonia cellulare ha avviato la produzione presso l´impianto di Jucu, un comune della contea di Cluj. Presenziando alla cerimonia di inaugurazione, il vicepresidente della compagnia, Juha Putkiranta, ha ricordato come la scelta sia caduta su questa località per la manodopera specializzata e la vicinanza ai mercati sui quali Nokia intende puntare in futuro, in particolare l´Europa dell´Est, il Nordafrica e il Medio Oriente. Ne dà notizia Nine o´Clock.
L´impianto per il momento produrrà il modello 1200, destinato proprio a tali mercati; nel corso della cerimonia, il dirigente di Nokia ha chiamato l´Ambasciatore finlandese in Romania Tapio Saarela, con uno dei primi cellulari assemblati nell´impianto. Putkiranta ha sottolineato la rapidità dei tempi di costruzione dell´impianto, sette mesi.
John Guerry, manager di Nokia Romania, ha affermato come attualmente l´impianto occupi 350 addetti, divisi tra reparto produzione e gestione; in una prima fase, Nokia arriverà ad impiegarne 500, per poi arrivare a 3500 nel 2009. La paga sarà di circa 800 RON al mese, con l´aggiunta di un pasto.
Entro i primi nove mesi dell´anno verrà completata la costruzione di un vero e proprio parco industriale, per ospitare fornitori e partner dell´azienda. L´accordo tra Cluj e la Nokia avrà una durata trentennale; nel corso di questo periodo la compagnia sarà esentata dalle tasse sugli immobili. L´arrivo di Nokia ha fatto sentire il suo effetto proprio nel settore immobiliare, con i prezzi dei terreni della zona aumentati fino a 60 volte rispetto a due anni fa.
L´apertura dell´impianto di Cluj ha tuttavia aperto un fronte di crisi in Germania, in particolare nella città di Bochum, dove Nokia aveva un impianto e ha deciso di chiuderlo, lasciando senza lavoro 2.300 persone. Le autorità tedesche stanno provando a convincere l´azienda finlandese a rivedere le proprie decisioni, attraverso
l´offerta di benefici fiscali.
Quello di Nokia non è comunque l´unico caso di delocalizzazione in Germania: secondo gli ultimi sondaggi le stesse imprese teutoniche sono attratte dall´Europa
orientale e dalla Cina: un quinto di queste ha già delocalizzato le proprie attività, scegliendo gli ultimi Paesi entrati nell´UE, o la Cina.
Fonte: Marcello Berlich - by Nine o´Clock
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