Dalla pista satanica al rapimento in Romania

I due ragazzini dopo la separazione dei genitori avevano vissuto col padre

ROMA - Dalla pedofilia alla pista satanica, dalla fuga al rapimento con trasferimento in Romania, all'uccisione da parte del padre. Era il 5 giugno 2006 quando Francesco e Salvatore Pappalardi, fratellini di 13 e di 11 anni, scomparvero dalla loro casa di Gravina in provincia di Bari
Nei mesi e mesi di indagini che seguirono vennero prese in esame tutte le piste ipotizzabili per arrivare, a novembre dell'anno scorso all'arresto del padre Filippo, con l'accusa di duplice omicidio ed occultamento di cadaveri. Il movente: un impeto d'ira per le loro ripetute disubbidienze.
Dopo la separazione dei genitori, i bambini vivevano con il padre e la sua convivente a Gravina mentre la mamma Rosa Carlucci stava a Santeramo in Colle. «Tornate a casa e non vi preoccupate, non vi faremo nulla»: fu l'appello lanciato dai genitori all'indomani della scomparsa. All'inizio l'ipotesi prevalente fu quella che i due si fossero allontanati di propria volontà per attirare l'attenzione sulla loro situazione di disagio familiare. Ma a dieci giorni dalla scomparsa gli investigatori cominciarono ad accantonare la pista della fuga volontaria e partirono gli interrogatori ai genitori e al convivente della madre.
Il 3 luglio spuntò la "pista romena" basata sull'ipotesi che una donna romena, amica della madre, potesse averli rapiti o aiutati a raggiungere la Romania.
Pista sostenuta ancora a ottobre, in una lettera alla Gazzetta del Mezzogiorno, dal sindaco di Gravina per il quale i due fratellini «sono vivi ed in buona salute» ed erano stati portati in Romania.
Intanto il 17 luglio la Questura di Bari aveva diffuso il fotogramma dell'ultimo "avvistamento" di Francesco, ripreso alle 18 del 5 giugno dalla telecamera di una banca del centro di Gravina, vicino alla casa del padre.
Il 6 settembre il padre ricevette un'informazione di garanzia per sequestro di persona e partirono le perquisizioni in casa, sui suoi veicoli e nei terreni di sua disponibilità. Il 21 febbraio 2007 il Tribunale per i minorenni di Bari dispose il trasferimento in una comunità protetta della sorella e della mamma dei fratellini e sospese la patria potestà sulla figlia di 15 anni al papà Filippo che il 22 maggio venne sottoposto ad un lungo interrogatorio in questura.
E' del 16 ottobre la dichiarazione del procuratore della Repubblica di Bari, Emilio Marzano: "I bambini sono morti". E il 27 novembre 2007 venne arrestato il padre. Tra gli elementi d'accusa a suo carico c'era anche un'intercettazione ambientale tra lui e la convivente, Maria Ricupero, nella quale l'uomo diceva: "Non lo dire a nessuno dove stanno i bambini. Come è vero Iddio, mi uccido". Il 13 dicembre scorso il riesame ha confermato che l'uomo, che si è sempre professato innocente
Monica Viviani


fonte http://www.liberta.it/

Commento


Infatti come sempre si da la colpa agli altri e non si guarda in casa propria...

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