«Lugagnano razzista con i romeni» Il sindaco: un insulto per il paese

Diventa un caso diplomatico l'indagine della Finanza sui camionisti che chiedevano la residenza


Lugagnano - È diventato un caso diplomatico quello dei camionisti romeni che avevano chiesto la residenza a Lugagnano e sui quali ha indagato la guardia di Finanza di Fiorenzuola. Gli avvocati che difendono il datore di lavoro dei camionisti hanno scritto al Consolato romeno, accusando il sindaco e la comunità lugagnanese di razzismo. E sulla scorta di tale giudizio, il Consolato ha chiesto spiegazioni al Comune. L'amministrazione ha risposto con una lettera nella quale ricostruisce la procedura applicata e illustra le ragioni che hanno spinto a respingere la richiesta di residenza. Ma da parte sua il sindaco Aldo Lombardelli non ci sta a vedersi additato come razzista. «È un insulto per il paese», replica categorico.
L'operazione portata a termine poco meno di un mese fa dalla brigata della guardia di finanza di Fiorenzuola aveva coinvolto una cinquantina di autisti rumeni che, secondo gli accertamenti, avrebbero presentato una domanda di residenza con il solo fine di ottenere le carte tachigrafiche necessarie per il loro lavoro. La verifica del Comune di Lugagnano sull'effettiva residenza avrebbe fatto emergere che i camionisti non vivevano nel luogo che avevano indicato. A quel punto, negata la residenza, erano venute meno le carte tachigrafiche ed era scattata l'indagine della Finanza.
Nella lettera al Consolato romeno gli avvocati Angelo Vola e Francesco Tuminello scrivono che il sindaco Lombardelli avrebbe affermato «di non accettare - o meglio di non volere più - cittadini romeni nel proprio comune», interpretando, dicono sempre i legali, un sentimento diffuso in paese. Comportamento del sindaco, indagine della Finanza e diffusione della notizia attraverso i mezzi di informazione, secondo gli avvocati si sarebbero tradotti in una «campagna gravemente diffamatoria contro i cittadini romeni e persone italiane che con gli stessi collaborano in modo legale e proficuo».
Lombardelli controbatte affermando che «le pratiche amministrative si attengono alle disposizioni di legge e si attengono al pieno rispetto di tutte le norme che regolano la materia, senza subire influenze esterne, e tanto meno opinioni personali». Nelle risposta inviata al Consolato spiega poi l'iter seguito. Dal 7 luglio all'8 novembre dello scorso 2007, 32 cittadini romeni avevano fatto richiesta di residenza nel comune di Lugagnano, indicando - in autocertificazione - tutti quanti la stessa abitazione nella frazione di Chiavenna Rocchetta. Successivamente l'ufficio anagrafe, per il tramite del competente ufficio di vigilanza, accertava che «nessuno dei richiedenti aveva fissato la propria dimora a Chiavenna Rocchetta», per cui si vedeva costretto alla revoca della residenza, dandone tempestiva comunicazione a tutti gli interessati con una lettera raccomandata. Accertato che le missive erano andate tutte a buon fine e che nessuno degli interessati aveva fatto opposizione entro il termine dei trenta giorni prescritti, lo stesso ufficio era stato costretto - sempre a norma di legge - a revocare la concessione della residenza.
La comunicazione che il sindaco Lombardelli ha inviato a Roma, oltre ad essere accompagnata dall'elenco dei 32 autotrasportatori che avevano chiesto ma non ottenuto la residenza lugagnanese, è corredata anche dalla situazione anagrafica degli stranieri residenti in modo legale e che rappresentano poco meno dell'8% (325 persone) della popolazione effettivamente residente: Unione Europea 63 persone (di cui 39 romeni), altri paesi europei 138, Africa 96, America 20, Asia 8.
Franco Lombardi




fonte http://www.liberta.it/

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