Il romeno della porta accanto
Con questo primo post, Teodor Amarandei *, dà il via alla sua rubrica Il romeno della porta accanto, un osservatorio dall’Italia sulla Romania e su uno dei fenomeni migratori più importanti per il nostro paese dell’ultimo ventennio
Italia e Romania, 150 anni di storia comune.
Siamo un milione i romeni d’Italia, dieci mila i romeni di Padova e io sono uno di loro. Sono uno dei tanti romeni dalla porta accanto. In tanti ci apprezzano, altrettanti vedono in noi una minaccia, molti ci ignorano. Ma chi siamo? Da dove arriviamo? In quanti si sono fatti questa domanda, ma soprattutto in quanti sanno che siamo la nazione più vicina culturalmente all’Italia?
Questo anno festeggiamo i 150 anni dalla nascita dell’Italia; ma anche della Romania. E’ solo il giusto pretesto per cominciare a raccontare su questo blog chi siamo noi, i romeni dalla porta accanto.
Affascinato di storia, da tempo avevo capito il legame speciale tra la Romania, il mio paese, e la Francia, la nostra sorella maggiore, come la chiamavano i nostri insegnanti. E non avevano torto. L’imperatore Napoleone III avevo tenuto al battesimo il piccolo stato appena nato a nord del Danubio dall’unione tra la Valacchia e la Moldavia, nel 1859, difendendo la giovane nazione romena contro gli imperi che la circondavano. Certo che tale posizione rispondeva agli interessi della Francia, ma quello che è rimasto nella coscienza collettiva romena è la gratitudine per la sorella latina maggiore. Tuttora chi va a Bucarest non può che respirare l’aria francofona della città di fine Ottocento inizio Novecento, anche se fortemente inquinata dall’architettura sovietica dell’ultima metà del secolo scorso. Le librerie francesi, le brasserie, i giorni della francofonia, le facoltà con insegnamento nella lingua di Voltaire non fanno che completare il quadro della piccola Parigi.
Ma quello che mi ha colpito profondamente è la mancanza di una simile coscienza collettiva anche del legame culturale con l’Italia. Devo riconoscere che anch’io mi limitavo a identificare Italia con Roma, con il suo impero. Certo, la conquista romana rappresenta un momento fondamentale per la storia della genesi della lingua romena, l’unica lingua latina a est di Trieste, ma tanto lontano nel tempo. Leggendo la Storia d’Italia di Montanelli ho scoperto la similitudine tra le storie contemporanee della Romania e dell’ Italia, ancora dalla loro nascita come nazioni, non a caso tutte e due con un forte appoggio francese. Sembra che l’imperatore Napoleone III si divertiva a fare il padrino delle nazioni. La Romania nasceva nel 1859 dopo i colloqui tra la classe politica romena con l’imperatore, così come l’Italia nasceva dopo l’incontro tra Cavour e Napoleone III. Ma ancora prima, il legame tra le tre nazioni prendeva forma con la Rivoluzione del 1848, quando i capi delle tre rivoluzioni erano in stretto contatto, tanto ché il leader romeno Nicolae Balcescu sceglierà Palermo come sua ultima dimora, dopo la sconfitta. Era solo l’inizio di un percorso storico comune di risorgimento e lotta per l’unità nazionale. Durante quell’estate del 1848 romeni e italiani, già nazioni ma non ancora uniti sotto uno stato, hanno scritto la loro storia comune. Oggi in pochi si ricordano questo legame, anche se non è un caso che tanti romeni hanno scelto l’Italia come secondo paese e tanti italiani, sopratutto veneti, vivono nel paese dei Carpazi. Forse è anche la polenta romena che li ha convinti. Faccio una parentesi, per dire che la polenta fu portata in Romania da un boiardo che studiava a Padova all’ inizio del ‘700.
Se nel 1861 a Torino nasceva l’Italia, nello stesso anno a Bucarest il principe Alexandru I. Cuza formava il primo governo unitario romeno, in barba alle proteste della Turchia e della Russia. La coscienza nazionale si stava formando di pari passo a sud delle Alpi e a nord del Danubio. Seguirono ancora anni di lotte per l’unità contro l’Asburgo, il nemico comune, che dominava ancora sul Veneto, Trentino, Friuli ma anche su Transilvania, Banat e Bucovina. La Belle epoque di fine ottocento vide i nostri giovani studiare insieme a Parigi, formandosi alla stessa scuola del nazionalismo alla francese e quindi seguire la stessa strada della lotta per creare gli stati nazionali unitari.
All’inizio del Novecento, Italia e Romania erano ormai mature per l’ultimo sforzo, anche il più difficile, la Grande Guerra. E di nuovo agirono di pari passo. Entrambi governi alleati in segreto con la Germania, dovettero rendere conto all’opinione pubblica che chiedeva l’unità nazionale. L’ Italia entrò in guerra nel 1915 contro i formali alleati e così fece anche la Romania un anno più tardi. Seguirono le disfatte di Caporetto e quelle subite dai romeni sulle cime dei Carpazi. Addirittura Bucarest venne occupata dai tedeschi, ma alla fine del 1918 le due nazioni risorsero sul Piave e a Oituz, Marasti e Marasesti. Italia e Romania diventavano Grandi, cioè per la prima volta abbracciavano l’intera nazione nei confini dello stesso stato.
L’euforia che segui alla Grande Guerra fu di breve durata, in quanto fu soppiantata dall’avvento dei totalitarismi di destra e di sinistra in tutta Europa. Alla Marcia su Roma compiuta da Mussolini rispondeva a Bucarest l’affermarsi della Guardia di Ferro di Codreanu, promotrice di un’ ideologia impregnata di misticismo, fascismo e anti-ebraismo. Se a Roma la democrazia si piegava sotto i delitti Matteotti e Gramsci, la Guardia di Ferro colpiva a morte il primo ministro romeno I. Ghica e apriva la strada alla dittatura reale di Carlo II. L’alleanza dei due paesi con la Germania di Hitler fu la conseguenza naturale di questa deriva a destra della Romania e dell’Italia, che purtroppo non fu solo politica ma anche culturale e sociale. La decisione più nefasta dei due governi, l’entrata in guerra al fianco del Terzo Reich, portò al fallimento delle dittature a Roma e Bucarest.
Anche la fine del fascismo ebbe la stessa dinamica nei due paesi. All’arresto del Duce da parte del re Vittorio Emanuele III, corrispondeva un anno più tardi l’arresto del maresciallo Antonescu da parte del re romeno Michele al Palazzo Reale di Bucarest.
Da questo momento in poi, il percorso storico parallelo dei due paesi fu bruscamente interrotto dalla Cortina di Ferro. Se Roma fu liberata dalle truppe alleate, Bucarest fu occupata dal esercito sovietico. L’Oriente latino perdeva per la prima volta il contatto con i latini dell’ Occidente. Forse solo le invasioni barbariche dalla fine dell’Impero Romano riuscirono a interrompere questo contatto naturale.
Quello che seguì per cinquant’anni fu un gelo assoluto e lentamente le nazioni latine dell’ Ovest dimenticarono la piccola sorella rimasta dall’altra parte del Muro. Se gli italiani, gli spagnoli, i francesi si chiamano tra loro cugini, dei romeni si sono dimenticati un po’ tutti. Solo negli ambienti culturali d’ élite si ricorda ancora il legame latino che riguarda i rapporti della Romania con l’Italia. Per la gran parte degli italiani i romeni sono un popolo slavo non bene identificato tra i tanti popoli dell’est.
Per un romeno questo fatto colpisce e ferisce. Il fatto che noi stessi ci chiamiamo romeni e il nostro paese si chiama Romania sono le testimonianze storiche più forti della nostra discendenza da Roma. Ma adesso tocca a noi, romeni d’Italia a dimostrare che siamo non solo i vicini di casa , ma anche i fratelli dalla porta accanto.
Teodor Amarandei
fonte articolo qui http://www.anordestdiche.com/senza-categoria/il-romeno-della-porta-accanto/
Dei romeni non sappiamo niente
Bucarest-Roma. Capire la Romania e i rumeni in Italia (I libri necessari)
Edizioni dell’Asino, 157 pagine, 12 euro
La comunità romena in Italia raccoglie circa 900mila residenti regolari e più di un milione di effettivi, ma di loro non si parla. Ogni tanto un cenno nelle pagine di cronaca nera, ma i giornali in genere non si interessano alla più importante comunità straniera. Questo libro a più voci cerca di riempire il vuoto. Mette insieme indagini sociali, racconti di esperienze personali, contributi più specialistici sulla letteratura e il cinema.
A saggi che mettono in luce una linea sottile ma tenace di relazioni italo-romene nel campo della cultura, seguono inchieste su aspetti fondamentali del rapporto tra italiani e romeni: la visione degli imprenditori e dei tecnici italiani che hanno spostato in Romania le loro attività, quella dei romeni che lavorano da noi facendo gli autisti, le assistenti familiari e soprattutto i muratori.
Qui e là riecheggia la cesura costituita da una data, 1 gennaio 2007, quando i romeni d’Italia, fino a quel momento sfruttati e chiusi nello stereotipo dell’extracomunitario, sono diventati cittadini europei a pieno titolo, potendo, se non altro, evitare il rimpatrio o denunciare il datore di lavoro. Quel provvedimento spiega lo sviluppo della comunità. Il contrasto tra cosa sono diventati per la legge e cosa sono rimasti nella percezione degli italiani dà una chiave per capire il silenzio che li circonda.
Internazionale, numero 911, 19 agosto 2011
Scambio interculturale in Romania dal 14 al 21 giugno
European Borders organizza uno scambio culturale in Romania, che vedrà coinvolti 30 giovani da 6 diverse nazioni europee e si svolgerà nella città di Bucarest dal 14 al 21 giugno
- Vitto: 100% pagato dall’UE
- Alloggio: 100% pagato dall’UE
- Gite durante il soggiorno: 100% pagate dall’UE
- Viaggio: 70% pagato dall’UE, 30% a carico del partecipante
- Quota di partecipazione: 100 € a partecipante
Riassumendo, tutto quello che il partecipante spende sono 100€ più il 30% del costo di viaggio!!
Il termine per le candidatura è l’1 giugno.
I 30 partecipanti, 5 per nazione, saranno giovani provenienti da tutta Europa. L’organizzazione ospitante è il “Center for Sustainable Community Development”, associazione con la quale abbiamo già lavorato (vedi qualche foto degli scambi passati sul nostro sito oppure qui, sul nostro profilo facebook!). Uno scambio eccellente, la maniera migliore per conoscere la Romania.
Oltre tutta la carica di svago, festa e divertimento che qualsiasi scambio si porta dietro, durante questa settimana i ragazzi discuteranno di cosa è possibile fare per attivare i giovani all’interno della società civile: esiste una maniera di rendere i ragazzi partecipi rendendo il volontariato più efficace ed appetibile?
I 5 partecipanti italiani devono essere giovani con età compresa tra i 18 ed i 30 anni e in grado di comunicare in inglese… almeno un po’ !
Tutti i ragazzi saranno alloggiati nello studentato dell’università di Bucarest, il più grande e meglio servito di tutta la Romania. Noi ci siamo già stati, e nessuno dei partecipanti è rimasto deluso!
L’evento è una reale opportunità di incontrarsi e confrontarsi con persone di cultura differente dalla nostra, in un contesto internazionale aperto e stimolante.
Se poi qualche partecipante, visto il generoso contributo dell’UE, volesse fermarsi un paio di giorni a visitare Bucarest e dintorni, le date dei biglietti di ritorno sono flessibili.
Tutte le informazioni e i dettagli disponibili sul sito dell’associazione www.euroborders.tk , oppure sul nostro profilo facebook, Euro Borders.
Siamo disponibili a fornire qualsiasi informazione e chiarimento: potete scrivere a europeanborders@yahoo.it indicando in oggetto Romania da scambieuropei.com
fonte http://www.scambieuropei.com/2011/05/19/scambio-interculturale-in-romania-dal-14-al-21-giugno/
Il "tesoro" di Ciancimino si trova anche in Romania
Nella relazione sull'attività svolta nel 2010, redatta dal prefetto Mario Morcone si parla anche del «sequestro in danno di Massimo Ciancimino», condannato in appello a tre anni e quattro mesi di carcere per riciclaggio. Dai dati emersi fino ad oggi si parla di una piccola parte del tesoro
rinvenuto. Eppure l'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità si tratta di cifre elevate che si trovano in Italia ma anche in Romania.
Pubblicato il 30 Apr 2011
http://www.nanopress.it/cronaca/2011/04/30/il-tesoro-di-ciancimino-si-trova-anche-in-romania_P1505235.html
voli Roma Romania con Blue Air
Il collegamento Roma-Cluj, operativo dal 1° di luglio tre volte alla settimana (mercoledì, venerdì e domenica), sarà operato con un Boeing 737; lo stesso volo poi prosegue per Bucarest.
Si parte da Fiumicino alle 16:55 per atterrare alle 19:55 a Cluj; chi prosegue per Bucarest, riparte poi all 20:30 per sbarcare nella capitale romena alle 21:20.
stormfront.org ecco chi c'è dietro il forum razzista
Siccome sul forum razzista i romeni sono presi di mira e molte volte vengono associati ai crimini che fanno i rom (I rom sono serbi , italiani , bulgari , romeni , polacchi , greci , tedeschi ecc).
Ecco perche si ritiene che il sito sia gestito da ebrei comunisti e non da nazisti.
stormfront.org ecco chi c'è dietro.
Secondo lo studio fatto dalla professoressa L.D dell'università di Roma il sito stormfront.org non è gestito da nazisti oppure da antisemiti bensì da persone professioniste e che con la destra non hanno niente a che fare. Dallo studio emerso si nota che gli amministratori e i moderatori del forum razzista non conoscono bene il nazismo. I moderatori cancellano sempre i messaggi contro la Russia oppure contro Israele, ossia nei post del forum gli ebrei non vengono presi di mira , vengono presi di mira e lodati contemporaneamente , molti personaggi famosi vengono dati per ebrei". Tutte queste messe in scena son pura propaganda per cambiare l'immagine ebraica nel mondo". Può sembrare strano che gli ebrei vengano dati per bianchi dagli amministratori del forum , in quanto gli ebrei principalmente sono mediterranei, orientali. Inoltre gli amministratori di questo sito , usano un linguaggio molto letterale . Gli amministratori del Forum conoscono molto bene gli ebrei , conoscono molto bene le festività religiose ebraiche, conoscono molto bene tutti i posti di Israele e tutti i luoghi santi. Tutti sapiamo bene che i nemici del nazi-fascismo erano , gli ebrei , gli zingari , gli slavi , i comunisti .
Infatti un giornalista romano si è iscritto sul forum sezione Italia per verificarne se gli insulti contro la comunità ebraica potessero essere approvati dai moderatori.
I moderatori ne hanno direttamente bloccato l'account e hanno aperto nuovi argomenti prendendo di mira gli africani.
Oggi nel forum stormfront.org sotto il segno del nazismo troviamo paesi che non c'entrano niente con il nazismo come la Serbia e la Russia che sono sempre stati comunisti nella storia. Secondo lo studio dietro il sito non si nascondono nazisti immaginari con le svastiche ma dei giovani ebrei turbati e che vogliono lodare gli ebrei nel mondo e vogliono dare una nuova immagine positiva agli ebrei ed a Israele. L'altra cosa strana è come mai Google non ha ancora messo nella black list questo sito.
In genere appena c'è un offesa agli ebrei si muove tutta la comunità internazionale e tutti i governi del mondo per difendere questo popolo che ha sofferto cose atroci dal tempo dei romani sino alla seconda guerra mondiale e per evitare che salti fuori un altro esaltato come Hitler.
Ma il forum ha anche bisogno si essere promosso e diventare credibile.
Una cosa diventa credibile quando ne parla su quotidiani credibili; infatti ogni volta giornalisti del Corriere della Sera de La stampa riportano spesso quello che pensano i moderatori del Forum sui rom sui africani sui romeni , ma mai e poi mai sui ebrei , al massimo quando si parla della lista dei professori ebrei o quant'altro.
Poi la cosa che si chiedono tutti , come mai appena un professore scrive qualcosa contro gli ebrei è un antisemita e invece un sito razzista è ancora li ?
E ancora lì perchè questo sito mette odio tra i popoli e fa si che gli italiani se la prendono con i poveri immigrati alimentando odio e i giornali importanti (d'accordo con stormfront.org) riportano le notizie dando importanza all'insulto o alla offesa ......e con gli italiani che oramai hanno la nebbia davanti agli occhi .!!!
fonte su facebook stormfront.org sito nazista gestito da comunisti
Romania al BIT 2011 fino al 20 febbraio a Rho Fiera Milano
L’associazione per la promozione turistica della Bucovina (ROMANIA) in collaborazione con APT Vama Turism Vi invita a visitare il suo stand in occasione del BIT Milano 2011 che si terrà dal 17 al 20 febbraio a Rho Fiera Milano.
Un modo di conoscere da vicino le nostre proposte turistiche in uno dei territori più rinomati dalla Romania.
La Bucovina è una regione situata nel nord della Romania (Moldavia) il cui nome, risalente al 1774, significa "paese coperto da foreste di faggi". Famosa per i suoi bellissimi paesaggi, la Bucovina lo è ancora di più per i suoi monasteri affrescati costruiti nei sec. XV-XVI sotto i principi moldavi Stefano il Grande e suo figlio Petru Rares. Attualmente i monasteri della Bucovina sono posti sotto la protezione dell'Unesco come patrimonio dell'umanità. Un territorio incontaminato di una reale bellezza che è in grado di offrire ai visitatori un ottima combinazione tra natura, spiritualità, tradizioni, cultura ed ospitalità dei suoi abitanti.
Vi aspettiamo presso lo stand dell’Ente Nazionale per il Turismo della Romania - Pad. 4 Stand E68 F75 - nelle vicinanze di una delle uscite principali, vicino ai Paesi scandinavi, Olanda, Bosnia e Herzegovina, Lituania e lo stand della rivista/trasmissione “Turisti per Caso”.
Per il pubblico dei viaggiatori è disponibile l’acquisto dei biglietti online oppure la pre-registrazione sul sito http://www.bit.fieramilano.it/content/pubblico-dei-viaggiatori
Info:
APT Bucovina Romania
mihaela.cano@gmail.com
cell. 3403331390
http://www.bucovinaturism.ro/
http://www.vama-bucovina.ro/
romeninitalia.com
Boom di dentisti italiani iscritti in Romania per aggirare la 'roulette russa' dei test
Giuseppe Renzo (Cao): "Il ministero esegue un'attenta verifica"
Roma, 17 feb. (Adnkronos Salute) - Partire diplomati per tornare 'dottori': sono sempre di piu' gli studenti italiani che si iscrivono ai corsi di Medicina all'estero, senza passare per la roulette russa dei test d'ingresso delle universita' italiane. La Romania e' tra i Paesi in cima alla lista di quelli scelti dagli aspiranti camici bianchi del nostro Paese. Anzi, soprattutto dagli aspiranti dentisti, dal momento che la maggior parte dei giovani 'emigra' per studiare odontoiatria. Ad oggi si stima che circa mille ragazzi italiani stiano studiando nelle facolta' di 'Medicina Dentara' degli atenei romeni. Insomma, se si hanno abbastanza soldi da spendere e la voglia di imparare una lingua straniera come il romeno, il gioco e' fatto: dopo sei anni si puo' avere tra le mani un titolo spendibile in tutta Europa, e quindi anche da noi. Senza passare per la 'forca' dei quiz.
"Nella mia universita' - racconta all'Adnkronos Salute A.V., studente italiano 22enne iscritto alla facolta' di Medicina Dentara dell'ateneo privato Tito Maiorescu di Bucarest - piu' che delle prove di ingresso ci sono dei test valutativi, basati su conoscenze minime". Ed e' proprio il fatto di poter evitare i quiz d'accesso a spingere tanti studenti italiani a tentare questa strada oltreconfine. "Inutile nascondersi - confessa A.V. - il 99,9% dei ragazzi che studia qui, secondo me, lo ha deciso perche' deluso dal 'mercato di test' che c'e' in Italia. E non lo dico io - sottolinea - ci sono tanto di indagini giudiziarie a confermarlo. Basti pensare a quello che e' successo negli anni passati ai test di ingresso a Medicina nelle universita' di Bari e Catanzaro. A me - sottolinea - non piace corrompere un organo dello Stato per entrare all'universita'".
Secondo il racconto di A.V., in Italia esisterebbe un vero e proprio 'listino prezzi' legato al superamento delle prove d'ingresso. "A quanto ne so, in base anche ai racconti di altri studenti - dice il ragazzo - in alcune facolta' di Medicina si pagavano dagli 80 ai 120 mila euro per superare i test ed entrare. Da pagare in 3 tranche da 40 mila". E, a volte, non si aveva neanche la certezza di farcela. Piu' di un ragazzo e' stato vittima di vere e proprie truffe. "Esistono infatti anche i 'falsari degli ingressi' - spiega A.V. - che prendono i soldi e non ti fanno nemmeno superare i quiz".
Tutti questi motivi hanno spinto A.V. a non tentare nemmeno di superare i quiz qui in Italia. "Mio padre - racconta - mi ha detto senza mezzi termini: 'Evitati una delusione"'. L'obiettivo di A.V., una volta ottenuta la laurea, e' quello di tornare in Italia. Anche perche', cosi' come tanti altri ragazzi italiani che vanno a studiare medicina all'estero, A.V. e' figlio di un medico. "Il mio papa' - dice A.V. - ha uno studio dentistico". Insomma, una volta rientrato in Italia con la laurea in mano, non gli sara' difficile trovare lavoro.
Qualche ostacolo e qualche prova da superare c'e' pero', anche per chi decide di andare a studiare in Romania. "Per chi vuole iscriversi nella mia universita' - spiega A.V. - e' obbligatorio fare un corso preparatorio di lingua romena organizzato dall'ateneo, che si conclude con un esame da sostenere nell'universita' statale di Lingua e Letteratura". E non e' uno scoglio facilissimo da superare. "Almeno il 40% dei ragazzi - spiega A.V. - viene bocciato", e addio iscrizione. "Anche se - precisa lo studente italiano - il romeno e' una lingua neolatina per nulla difficile".
Per chi ce la fa ci sono naturalmente diverse spese da affrontare. Anche se non si tratta di costi esagerati. "All'universita' Tito Maiorescu di Bucarest il costo del corso, che dura 6 anni e prevede la frequenza obbligatoria, e' di 3 mila euro l'anno". Per il resto le spese non sono troppo elevate. "Sia gli affitti delle case che il costo della vita non sono particolarmente alti". E sembra proprio questo il motivo che spinge molti ragazzi italiani a scegliere come destinazione la Romania, piuttosto che la Spagna o altri Paesi dove nelle universita' private non c'e' il limite di ingresso a Medicina.
Intanto, negli ultimi anni, il 'plotone' dei ragazzi italiani che hanno scelto di andare a studiare medicina in Romania si e' fatto sempre piu' corposo. "Al momento, nella mia universita' - spiega A.V. - siamo un centinaio di ragazzi italiani, e il 90% studia odontoiatria. Se pero' si fa un calcolo sull'intero Paese, penso si possa stimare una cifra intorno a mille giovani. Anche se - precisa il ragazzo - numeri precisi e' difficile averne, perche' le universita' non sono in comunicazione tra loro. Di certo - aggiunge - gli atenei con il maggiore afflusso di studenti italiani si trovano a Oradea e Arad".
"Il vantaggio di studiare qui in Romania - spiega A.V. - e' che qui ci sono leggi che permettono agli studenti di praticare molto di piu' di quanto avviene in Italia. E - aggiunge - la pratica si effettua negli ospedali pubblici. Inoltre, dopo il conseguimento di tutti gli esami del terzo anno, c'e' la possibilita' di prendere un attestato che permette di lavorare presso studi privati, come assistente dentista. E questo - sottolinea A.V. - e' un bel vantaggio per noi studenti".
Essendo la Romania un Paese che fa parte dell'Unione europea, esiste l'obbligo di riconoscimento della laurea. Ma non e' cosi' scontato. "Il ministero della Salute, che e' l'organo deputato al riconoscimento del titolo - spiega il presidente nazionale della Commissione dell'Albo degli Odontoiatri (Cao), Giuseppe Renzo - esegue un'attenta verifica, che tiene conto di alcuni parametri, tra cui: la presentazione del percorso formativo, il piano di studi, la conoscenza della lingua. Insomma, il percorso formativo e le metodologie devono essere verificabili e trasparenti".
Questo per evitare di abilitare falsi medici o finti dentisti. "Ci sono stati - racconta Renzo - casi di ragazzi italiani che non avevano frequentato i corsi e non conoscevano neanche il romeno. Soprattutto prima del 2007 - anno dell'ingresso della Romania nella Ue - si sono verificati episodi assai nebulosi".
Anche in Spagna ci sono tanti ragazzi italiani che si iscrivono a Medicina e Odontoiatria nelle universita' private del Paese. Ma in terra iberica, a sentire Gianfranco Prada, presidente dell'Associazione nazionale dentisti italiani (Andi), la situazione e' meno 'nebbiosa'. Anzi. "Il percorso formativo degli atenei spagnoli e' professionale e trasparente. Paragonabile a quello delle migliori universita' italiane. E' una formazione, soprattutto quella pratica, assolutamente completa". Ma anche costosa. "Il costo dei corsi, compreso il soggiorno al college, e' di circa 20 mila euro l'anno".
Sara' per questo che molti preferiscono prendere la strada che porta in Romania. L'importante e' che i ragazzi seguano pero' dei corsi seri e qualificati. E' quindi fondamentale scegliere bene l'universita' dove iscriversi. Anche perche', come afferma il presidente dell'Andi, "ci sono alcuni atenei in Romania dove la laurea si 'compra'. Universita' dove si fanno corsi senza obbligo di frequenza che facilitano al massimo gli studenti, ma che non danno garanzie formative".
Senza contare che esiste un vero e proprio giro di lauree fasulle che arriva da quella parte d'Europa. Un giro che, grazie alle attente verifiche del ministero, si e' riusciti in questi anni a sventare. "Nel mare magnum delle certificazioni di titoli conseguiti all'estero - spiega Renzo - girano centinaia di lauree false, opera di organizzazioni paramafiose, che agiscono soprattutto nell'area dell'Est europeo".
Sul perche' la maggior parte dei ragazzi che vanno all'estero decide di studiare proprio odontoiatria, il presidente della Cao non ha dubbi: "Vogliono diventare tutti dentisti perche' nell'immaginario collettivo essere dentista equivale a 'lavoro subito' e 'ricchezza'. Il ragionamento e': basta ottenere il titolo e si puo' iniziare a lavorare". E per molti e' proprio cosi'. "E' vero. La maggior parte dei ragazzi che si laureano in Odontoiatria all'estero e' proprio figlio o figlia di un dentista, con tanto di studio pronto in cui iniziare a lavorare", conclude Renzo.
Fonte: Adnkronos IGN
Constantin Brâncuşi lo scultore romeno
Dopo studi di scultura all'Accademia di Bucarest lavorò a Vienna e Monaco (1899-1904) per trasferirsi poi a Parigi, dove frequentò gli studi di Antonin Mercié e di Rodin. Nel 1908 strinse amicizia con Modigliani, Satie e Duchamp; nel 1913 espose tre sculture alla mostra dell'Armony Show di New York. Dal 1914 al 1918 creò una serie di sculture il legno che testimoniano il suo interesse per il primitivismo.
Dopo la prima guerra mondiale accentuò nelle sue opere il gusto per l'astrazione, alla ricerca della forma-tipo, della forma genitrice. Nel 1937 tornò in Romania, dove eseguì sculture per il giardino pubblico di Târgu Jiu, e fu in India, dove progettò un tempio della meditazione per il maragià di Indore. Tra i suoi allievi si può annoverare Isamu Noguchi.